Limbo - The Italian's Rush Forum

Moving Pictures, outtake da LimboRush

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view post Posted on 20/9/2009, 10:28
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the analog kid

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Una recensione di MP che avevo fatto parecchio tempo fa e rimasta nel cassetto.

Rush Moving Pictures (1981)

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La discografia dei Rush presenta numerossimi album che si possono definire capolavori e che non dovrebbero mancare nella collezione di ogni appassionato di rock.
Tra questi, l'album che sicuramente è il più indicato per avvicinarsi da parte di un neofita allo straordinario universo Rush è "Moving Pictures" del 1981.
La cover art ritrae il Parlamento, Queen's Park, in Ontario e l'album risulta il più venduto della discografia in studio dei Rush.
Un lavoro che chiude la fase II del trio canadese, quella forse più propriamente "progressiva", e che contiene 7 brani e 7 classici assoluti che hanno nella fama, alienazione, viaggio e liberta, i temi principali.
L'inizio è affidato a "Tom Sawyer" un brano che non manca mai nelle setlist dei concerti, forse insieme alla suite 2112 e a the spirit of radio , il manifesto della filosofia Rush.Un perfetto intreccio di tastiera e chitarra crea un tappeto sonoro esaltante in cui il drumming di Peart diventa protagonista.
Si prosegue con " Red Barchetta ", un brano emozionante e cinematografico nel suo incedere che descrive l'emozione di poter correre su un'automobile con quella voglia di ribellione e libertà ,caratteristiche dell’età adolescenziale.Uno dei brani più amati dai fans del trio canadese.
Il terzo pezzo è l'energico strumentale "yyz" dove il trio dimostra ancora un'abilità tecnica e un virtuosismo eccezionale.Y-Y-Z è il codice usato dall'Aeroporto Internazionale di Toronto ed è pronunciato Y-Y-Zed.
"Limelight" ci porta sul tema della fama e l’alienazione che spesso accompagna il successo: il brano è forse tra i meno complessi della loro discografia ma ha un fascino incredibile e sopratutto è un’azzeccato esempio d’immediatezza unita alla bravura esecutiva dei musicisti.Bellissimo l'assolo di Alex Lifeson alla chitarra.
Il lato B, per chi ha il vinile, si apre con la mini suite " "The Camera Eye", brano che manca da molto nelle setlist dei concerti del power trio. S'intravede quello che saranno i Rush da lì a poco: le tastiere sono protagoniste duettando ora con la batteria di Peart ora con la chitarra di Lifeson in atmosfera d'ambiente futuristico e alienato.
Un intro oscuro c’introduce "Witch Hunt (part III of Fear Trilogy) ", terzo brano della quadrilogia (che comprenderà anche "the enemy whitin", "the weapon" e "freeze") incentrata sulla convinzione di Neil Peart che la vita è regolata dalla paura.
Si tratta di una superba osservazione in musica degli umani pregiudizi: la paura del "diverso" ma anche del cambiamento.
L'album si chiude con la magnifica "Vital Signs", musicalmente vicina a certe cose fatte dai Police, quindi reggae, funk ma anche new wave inglese, rielaborate in puro stile Rush.Il testo, invece, parla della tecnologia, in particolare del computer costruito come una vita artificiale e paragonato alla vita umana
Un album, quindi, eccelso, tra i più belli della storia del rock dove i Rush con un la solita classe e un tocco cinematografico toccano temi quali l'alienazione, il rapporto uomo-macchina e la libertà senza però dare dei giudizi soggettivi ma trasferendo a chi ascolta un senso di disagio e sconcerto.
Temi che saranno poi approfonditi nella III fase del trio canadese, quella più tecnologica, dominata dai synth ma non per questo meno interessante, anzi......


 
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